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La lepre travolta dall'Intercity - Prima parte

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del Guardiano del Faro



Premessa : anche se gli affari vi vanno male, come a me per citare un esempio, rispettate il vostro corpo. Non buttatevi sotto l'Intercity, intanto perchè l'attesa potrebbe essere estenuante, e poi perché chi dei vostri affini sopravviverà alla sciagura, dovrà sopportare conseguenze peggiori, per esempio vedersi costretto a pagare a Thello e Qhuello i danni per il disservizio.

Thello avevo già detto, e poi, dai, non è un bel modo per andarsene, sia pure in ritardo, neppure per la lepre, quella che confidava sul treno in orario, e non su un cuoco asincrono.

Non c'è pace tra gli ulivi. L'ennesima conduttrice di programma food tv porn in fascia non protetta esclama che non aveva mai usato l'extra vergine prima di sposarsi. Roba che farebbe sorridere quell'altra rimasta vergine di palato dopo aver fatto tre figli.

Il giorno in cui ci siamo conosciuti con Davide Cannavino ...  ma aveva i capelli ? e rossi?
Noi si va su mondi paralleli, verso il barbaro rito pagano che si ripeterà con ogni probabilità anche quest'anno, con un po' di ritardo sul calendario consueto, ma c'è da dire che anche il freddo ci ha messo del suo, giungendo dalle parti del Turchino con più ritardo dell'Intercity, che proprio a causa del rallentamento della sua marcia, avrebbe -si dice- travolto la lepre di Voltri 2016; quella poi finita nelle mani di Davide Cannavino.

La linea passa qui dietro. Finire "in linea", è un attimo.

La sua Voglia Matta? Esibirsi nel classico che sdogani un cuoco dalla normalità, la sua, all'olimpo dell'alta cucina, compito che lo ha tenuto impegnato per un'intera settimana: con la testa a pensare, il coltellaccio a tranciare, ma soprattutto con le dita a pigiare sulla tastiera del p.c, scatenando un macello di i-like e commenti sul tema.

Una rara immagine (protetta) del coniglio sgozzato di Davide Cannavino - da Armadillo bar extreme -
Eccolo che ci riprova, non pago del "coniglio sgozzato", e neppure soddisfatto per aver ridotto "in cassetta gourmand" le frattaglie di ogni pesce azzurro ... o come quando se la prende con frattaglie di animali di media taglia travolti dai bus al Capolinea di Genova Voltri, dove finisce la dura e amara città e comincia la tenera, dolce e sonnolenta Riviera.

Testa di pesci in cassetta a La Voglia Matta
La lepre 0016 farà seguito alle edizioni precedenti dell'evento, che con più o meno precisa continuità, sta per raggiungere il decennale. Il nucleo forte del gruppo dei partecipanti è rimasto più o meno il medesimo, con inserimenti e ricambi naturali. Qui sotto le due ultime, che divorammo insieme con Franck The Big One nel novembre 2011 a Cucuron, dans le trou du cul de Provence.

La Senateur Couteaux a La Petit Maison

La Royale di lepre di Eric Sapet, a Cucuron


All'origine della specie ci fu la 007 di un giovanissimo Enrico Bartolini, che tanto clamore creò nel pubblico accorso appositamente a suo tempo sulle colline dell'Oltrepo', a Montescano. Toccò anche a Fabio Barbaglini provocare il classico, e diverse volte allo specialista vercellese Gianni Sarzano, instancabile maratoneta lungo i sentieri che lo porteranno un giorno alla lepre royale perfetta. Non ho dubbi.


Un'ottima -tra le tante-  Royale di lepre al Bivio di Quinto Vercellese, da Gianni Sarzano
Quindi quasi sempre in terra di Lombardia e di Piemonte, ed una perfino - e clamorosa- consumata all'ombra della cattedrale di Vezaley, perché, confuso tra i confusi, io stesso confusi il giorno di prenotazione da Marc Meneau e quindi ci infilammo last minute -per ripiego si dice in italiano- nella prima osteria del paese con un tavolo libero, che nel mese di novembre 2010, ci presentò una sontuosa Royale sur l'assiette.

C'era anche Teddy al tavolo di Gianni Sarzano con Francone 
E' targata 2007 anche quella clamorosa da Ducasse, ma quella non vale perché quel giorno ero solo contro tutti, contro la brigata di sala e di cucina, perché era la festa del Paese. Contro il maitre del Louis Xv, che alla mia richiesta di "assaggiare" le tre preparazioni di lepre in carta, ma in porzioni ridotte, mi rispose che non era possibile, perché il risultato gustativo non sarebbe stato lo stesso, e pure il conto pensai io. Un bravo Maitre deve pensare anche a sistemare la giornata grigia se gli arriva un grigio disposto ad andare con il conto il rosso.

L'unica possibilità fu di ordinare tutti e tre i piatti alla carta: la sella arrosto, la coscia in civet, ed infine il medaglione di lepre alla royale migliore del mondo. Ci vollero due bottiglie di Pommard Vignots 1999 del Domaine Leroy per buttar giù tutte quelle tossine animali, e anche per dimenticare velocemente l'addition au coup de canon.


La versione The Cook 0013
Poi venne il tempo delle lepri al mare. A Fontanegli, all'Osteria Villa Pietro di Fontanegli, nel fresco delle alture genovesi. A Nervi, at The Cook, nel mese di ottobre 2013 con Ivano Ricchebono alle prese con due o tre quadrupedi messigli a disposizione la sera prima, con tutti i limiti del caso. Infine quella ottima e originale di Matteo Badaracco, al Giardino degli Indoratori di Genova, del novembre 2014.


Ce la ricordiamo bene quella di Matteo Badaracco
Matteo Badaracco, new entry nel nuovo e bellissimo ristorante genovese Capo Santa Chiara, al fianco di Luca Collami, ma per un giorno, mi auguro, commensale, insieme a sommelier mono o bistellati, professionisti della forchetta, virtuosi del calice, senatori del "cuillere à sauce" e crapuloni assortiti.

A bientot les amis, permettendomi un ricordo per Francone, lui che manca sempre, come una Royale, fosse pure fuori stagione.

gdf





In questa mite primavera novembrina una voce impetuosa si sparge nelle valli e nelle 
pianure. Allarme!! Il nostro amato Re Baldo Vino si sta riempiendo di piaghe rosse "Par Bleu, cosa succederà mai?


Dopo vari consulti ecco la diagnosi: Crisi di astinenza da lepre alla Royale!
Pofferbacco qui ci vuole l'A-Team!

Convocateli subito disse il Gran Cià n' Bel Ano.
Puntati i fari con l'immagine del fiasco verso il cielo (Batman ci fa una pippa) e l'allarme era lanciato.

Missione elementare, si tratta solo di fare mille chilometri per sgranocchiare un leprotto sperando che almeno sia buono. Il locale si chiama Petite Maison e si trova a Cuccuron, paesino del Luberon, che giustifica il pensiero" ma come fa la gente ad arrivare qui?"
E' una semplice ed antica piccola casa su vari piani arredata con semplicità ed eleganza.
Si possono scegliere due menù da 40 a 65 euro, uno per gente a dieta e uno per persone serie. Il serio comprendeva una cagatiella di benvenuto, come dicono alla Sorbona: composta di cavolo ripiena di gamberi e salmone con cremine varie, una sogliola cotta in un modo lungo due righe, una triglia cotta, speziata che il Buon Massimo (non il leader Maximo *** n.d.r.) direbbe " faceva il giro del Mediterraneo e ritorno" , e poi finalmente la lepre cotta in due modi, alla royale e una sfilacciata alla... bho, andate a leggervi il menù prima che lo cambino.

Ora io dico!
Con tutto quello che c'è nel Luberon!
Selvaggina, animali da cortile!

Dovevano proprio proprio rompersi il pisello a inserire le triglie
 e le sogliole, le orate in tartare?

Mistero della fede!

Non essendo un recensore professionista oggi sono inca^^ato come una bestia causa tasse e perciò critico tutto.

Riassumendo, il locale è molto carino, caldo e accogliente, la cucina è curata, il servizio senza fronzoli inutili e soprattutto la lepre spaziale e da sola vale il viaggio.
Un piatto forse pesante per i nostri stomachini marittimi ma molto ben eseguita e seguendo le ricette ufficiali, SENZA DESTRUTTURARLA, senza Azoto o cotture a bassa temperatura.

Pure un buon rapporto qualità prezzo per la clientela normale, per chi vuole sbevazzare un po', meglio rafforzare la carta di credito. Un particolare che ho fatto notare ai miei Pards e che vorrei usare come cappello a questa riga di sciocchezzuole è: che se ci avessero bendato e portato in questo posto e dopo aver pranzato ci avessero chiesto : DOVE siete adesso secondo voi?

In Francia, nella Campagna rispondiamo tutti in coro!!!

Sembra elementare ma provate a farlo dopo pranzo dai vostri grandi Geni Culinari: siete a Tokio, a Parigi o a Pettemburgo? Rispondete !

Se ce la fate

AUGH!!! Ho detto!!!

Franco Solari :  Novembre 2011

gdf

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