L’eleganza è una qualità oggettiva e inoppugnabile, che si incontra, d’habitude, nello Chardonnay in purezza, a maggiore ragione se proveniente dal villaggio di Chouilly.
Se poi si tratta della Cuvèe de Prestige di questa maison, quella qualità trova completa e persuasiva espressione.
Saint-Vincent, creata in onore del Santo Patrono dei vignerons, (ogni 22 gennaio, giusto oggi), vide luce la prima volta nel 1964 e, ad oggi, sono state solamente 11 le annate ritenute meritevoli di essere millesimate. Questa è l’ultima in commercio.
Sembrerebbe sboccata ieri, vista l’energica freschezza che comunica, viceversa sconta ben 5 anni. Quella stessa freschezza che favorisce la pulizia di profumi che, via via, emergono e stazionano a lungo nelle narici: crosta di pane e biscotto, scorza di agrumi, nocciola e gelsomino, con una dinamica, quanto solida, struttura salmastro-iodata, la quale richiama, te ne fossi dimenticato, la craie inimitabile della Costa dei Bianchi.
Il primo sorso è filo di rasoio, affilatissimo e tagliente, di bollicina impertinente e per nulla accondiscendente. Giusto il tempo della tara – pochi minuti - e la sfacciata effervescenza si trasforma, rinasce infilando l’abito delle grandi occasioni e si presenta come Signora di gran classe.
Tutto il resto viene per conseguenza. L’acidità si mantiene davvero sferzante ed esplosiva, con pregevoli spunti agrumati e speziati, mentre il sorso si arricchisce, cammin facendo, tanto in larghezza, quanto in profondità. Nell’ultima parte di boccia, il carattere minerale-iodato deflagra, lasciando una bocca saldamente sapida e di rocciosità marina, mista a ostriche. Finale lungo, di persistenza vibrante, tutto scogli marini e nuances di amaretto e tabacco.Calici di precisione e rigore stilistico da grande maison.
Questi 2000, all’uscita, troppo frettolosamente sbertucciati e/o castrati, stanno dimostrando tutta la loro stoffa, regalando concreto appagamento.
Marescialla e investi qualche deca.